(Ansa) Roma. L’Istituto tedesco di ricerca polare “Alfred Wegener Institute for Polar and Marine Research” (AWI) ha recentemente pubblicato i risultati di uno studio condotto sui fondali del Mare Artico da cui è emerso che la plastica rappresenta una fonte di inquinamento di notevole portata che mette a rischio la salvaguardia della biodiversità marina nella regione più settentrionale del pianeta.
Il team di scienziati che ha effettuato le ricerche ha operato ad Hausgarten , dove è stato allestito un ”osservatorio” del Mare Artico, nello stretto di Fram, tra la Groenlandia e l’arcipelago norvegese delle Svalbard.
Il principale strumento utilizzato dagli studiosi è l’Ocean Floor Observation System (OFOS), un’apparecchiatura fotografica che ha permesso di documentare, con oltre 2.000 immagini, una situazione di emergenza che segnala la presenza di rifiuti sul fondo di quest’area marina – perlopiù sacchetti di plastica – con un aumento esponenziale della loro presenza, sino a segnalare un picco tra il 2007 e il 2011.
La stima si rivela quanto mai preoccupante, soprattutto per quanto concerne la tutela della biodiversità, messa a rischio dall’incombente presenza di un quantitativo di immondizia che rende difficile il normale svolgimento delle funzioni di respirazione e di nutrimento degli organismi delle acque profonde, e, che equipara, la zona in questione, alla non lontana industrializzata Lisbona. (Ansa) Roma
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