XXVII Rassegna del Mare – Cefalù, 13 ottobre 2018 

Tavola Rotonda ” La pesca e il Turismo Azzurro” – Coordina: Domenico Targia del Dipartimento della Pesca Mediterranea Regione Sicilia

 

Nel cuore del Mediterraneo pulsa di vita la penisola italiana, lambita da 3/4 dal mare con 7375 chilometri di costa, di cui 4969 balneabili. In linea con la politica marittima integrata, sposata tra gli Stati membri dell’Unione Europea, l’Italia è impegnata a proteggere, salvaguardare e, ove possibile, ripristinare l’ambiente marino, contrastandone il degrado, al fine ultimo di mantenere la biodiversità e preservare la diversità e la vitalità di mari nel tentativo che siano puliti, sani e produttivi. 

In sintonia con questa strategia l’associazione ecologico-scientifica Mareamico è in trincea quotidianamente per garantire la protezione e il risanamento degli ecosistemi marini e per assicurare la correttezza ecologica delle attività economiche connesse all’ambiente marino con un occhio particolare rivolto alla pesca.

Nel corso della Tavola Rotonda “La pesca e il Turismo Azzurro” i relatori hanno affrontato l’argomento relativo alla necessità di istituire un Registro Identitario della pesca mediterranea, dei borghi marinari e delle tonnare per la valorizzazione dei prodotti ittici di Sicilia e delle connesse tipicità enogastronomiche, promuovendo una corretta informazione ai consumatori, per la tutela e la trasparenza del mercato, attraverso l’etichettatura e la tracciabilità dei prodotti senza tralasciare la promozione di una cucina identitaria. 

Sono state vagliate numerose proposte in primis quella di stimolare gli enti pubblici e privati a perseguire una politica incisiva a medio e a lungo termine. Senza se e senza ma ha preso corpo l’esigenza di procedere verso l’Assessorato al Mare di Sicilia oltre a stabilire un impegno più congruo da parte delle associazioni di categoria. 

La risposta ideale, infatti, è quella di trovare soluzioni idonee, intrecciando un filo conduttore tra la dimensione istituzionale e quella civile e facendo ricorso ad una task-force di progettazione partecipata in nome del turismo identitario non solo sostenibile ma rispettabile delle identità collettive di un luogo. Imperativo categorico è quello di dare stabilità e coerenza alle politiche di sviluppo sostenibile e di protezione del mare a trecentosessanta gradi, tenendo in somma considerazione tutti gli aspetti senza mai perdere di vista il ricorso all’economia circolare in grado di favorire il dialogo tra le nazioni.