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Raimondo Pollastrini - Il corpo delle Capitanerie di Porto - Guarda Costiera e la tutela dell'Ambiente.pdf | Download Share on Facebook |
In un Paese che vanta oltre ottomila km di coste e un patrimonio naturalistico, culturale e artistico senza uguali, l’ambiente marino e costiero costituisce un elemento di primaria importanza strategica, che necessita di una gestione capace di metterne in risalto le potenzialità in termini di tutela ma anche di sviluppo ecosostenibile.
Il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera ha da sempre legato la propria attività al controllo ed alla salvaguardia delle coste e del mare, e di tutte le sue risorse, ed è proprio in virtù di questa riconosciuta e profonda esperienza nel contesto marino e costiero che il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha scelto di avvalersi, sin dalla sua istituzione, del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, quale strumento operativo dell’azione di salvaguardia dell’ambiente marino del Ministero.
Ma è prima di tutto la volontà del Legislatore ad aver posto al centro delle attività di salvaguardia e tutela dell’ecosistema marino e costiero il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera. In questo l’Italia, proprio per la specificità del ruolo istituzionale assegnato al Corpo, vede unitariamente svolti da un unico Organismo, appunto il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, i compiti di sicurezza della navigazione e salvaguardia della vita umana in mare assieme a quelli di protezione dell’ambiente marino e costiero dagli inquinamenti.
Queste importanti attribuzioni, risultano, da ultimo, consolidatesi alla luce del D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 recante “Norme in materia ambientale”, ed in particolare agli articoli 135 e 195, che individuano primarie competenze di natura specialistica del Corpo nella gestione dell’attività di prevenzione ed accertamento di reati ed illeciti in materia di tutela delle acque dall’inquinamento e nella repressione dei traffici illeciti e degli smaltimenti illegali di rifiuti.
Esse vanno ad aggiungersi, ampliandone di fatto la relativa portata, alle già previste competenze funzionali in materia ambientale, derivanti dalla legge sulla difesa del mare 31 dicembre 1982, n. 979, nonché dalla legge 6 dicembre 1991, n. 394 in materia di aree marine protette e dal decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 182, che assegna al Corpo ispettivi e polizia in materia di raccolta dei rifiuti delle navi e dei residui del carico, allo scopo di prevenirne l’immissione in mare.
In tale contesto, si colloca la costituzione del Nucleo Speciale Ispettivo – N.S.I., componente di specialità in materia ambientale del Corpo, e del Reparto Ambientale Marino, che dipende direttamente dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, e da Questi riceve compiti ed indirizzi operativi, svolti all’interno della struttura Ministeriale per conseguire un più rapido ed efficace supporto allo svolgimento delle funzioni istituzionali in materia ambientale.
Il quadro rappresentato evidenzia, quindi, che le attività svolte dalle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera nell’ambito della tutela dell’ambiente risultano diversificate e altamente qualificate, con il fondamentale supporto del proprio dispositivo operativo aeronavale, subacqueo e terrestre, caratterizzato da un sempre più crescente grado di professionalizzazione.
In sintesi, i compiti del Corpo nel campo della tutela ambientale possono ricondursi alle seguenti linee di operatività:
- l’intensa attività di tutela delle aree marine protette, delle aree di reperimento e/o di prossima istituzione, nonché di ogni altra area costiera di particolare sensibilità ambientale;
- la vigilanza sul mare territoriale e su altre zone di mare soggiacenti a particolari vincoli ambientali;
- il monitoraggio della filiera dei rifiuti in ambito terrestre, marino e portuale;
- il monitoraggio dei traffici marittimi e la vigilanza ispettiva del naviglio nazionale e su almeno il 25% delle navi straniere che scalano i porti nazionali in ottemperanza al “Memorandum of Understanding on Port State Control”, per la verifica della corretta osservanza degli adempimenti in materia di mantenimento degli standard minimi di sicurezza ai fini ambientali marittimi (Safety);
- il monitoraggio sulle immissioni di sostanze inquinanti in atmosfera da parte delle navi;
- la salvaguardia delle specie faunistiche marine sottoposte a particolare protezione;
- l’attività di monitoraggio e protezione dell’ambiente marino derivante dall’applicazione della Convenzione Internazionale Marpol 73/78, nonché delle altre convenzioni internazionali e della normativa comunitaria in materia;
- la lotta e la prevenzione all’inquinamento da idrocarburi e da altre sostanze tossiche e nocive, e la promozione della sicurezza ambientale in mare nonché in ambito portuale (Security);
- l’attuazione degli interventi in caso di inquinamento marino nelle acque territoriali ed in alto mare;
- la verifica sugli scarichi a mare provenienti sia da terra sia da navi, aeromobili e piattaforme;
- il monitoraggio, il controllo e la repressione sulle modalità di gestione e smaltimento di olii, batterie, filtri esausti in ambito portuale;
- il monitoraggio della fascia costiera demaniale marittima al fine di prevenire e reprimere qualsivoglia forma di abusivismo ed alterazione, compromissione ed illecito sfruttamento delle componenti ambientali, anche in vista dell’attivazione delle prescritte azioni reintegrative e risarcitoria da parte dello Stato.
Gli obiettivi conseguiti ed i risultati raggiunti sono gli elementi sui quali si fonda la fiducia sulle capacità e sulle potenzialità del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, e che permettono oggi all’Amministrazione di poter contare su una componente di veri e propri professionisti del mare, ai quali lo Stato ha inteso affidare la salvaguardia ed il controllo dell’ambiente marino e costiero.
Raimondo Pollastrini - Comandante Generale Corpo Capitaneria di Porto
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