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Guido Badino - Paolo Legato - Daniela Pessani - Daniele Tibi - Analisi di aree marine ad alto valore naturalistico.pdf | Download Share on Facebook |
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Riassunto
Nelle aree di Punta Sestri e Punta Manara è stato condotto uno studio inteso ad ottenere informazioni circa la consistenza e lo stato di salute dei popolamenti e delle biocenosi bentoniche. L’indagine è stata effettuata tramite immersioni subacquee con il campionamento visuale qualitativo, per non alterare i popolamenti stessi. Sono state identificate 120 specie “cospicue” ed una ricca varietà di biocenosi, a conferma dell’interesse naturalistico di tutta l’area oltre che dei due siti scelti. Tra le specie identificate ve ne sono alcune di interesse comunitario (Posidonia oceanica, Pinna nobilis) ed altre minacciate o da proteggere come spugne erette, gorgonacei, Spondylus gaederopus, Scyllarus arctus, briozoi eretti.
Parole chiave: specie protette, biocenosi bentoniche, fitobenthos, zoobenthos, tutela dell’ambiente
Introduzione
La Riviera Ligure di Levante è caratterizzata, specialmente da Sestri Levante al golfo di La Spezia, da una serie di punte e promontori, che, alternandosi a piccole baie e golfi, formano una costa riccamente diversificata che continua sotto il livello del mare con falesie rocciose alternate a fondi sabbiosi che ospitano praterie di fanerogame (Cattaneo Vietti et al., 1988). Questa conformazione dei fondali contribuisce a formare la varietà di ambienti che è il tipico e necessario supporto per un alto livello di biodiversità (Riggio, 1990).
Tra questi promontori uno dei più rilevanti è quello denominato Punta Manara (N 44°15’01’’ E 009°24’18’’), situato ad est della cittadina di Sestri Levante, il cui golfo è racchiuso a sud, da un’altra prominenza di minor estensione, Punta Sestri (N 44°16’42” E 9°23’20”).
I fondali prospicienti le due punte sono sottoposti a pressione antropica legata al turismo balneare, alla nautica da diporto, all’attività subacquea (pesca, prelievo di materiale biologico, ecc.), nel periodo estivo, e ad attività di pesca, per lo più artigianale, durante quasi tutto l’anno.
Già nel 1989 Cabona e Cabona sottolineavano l’opportunità di estendere all’ambiente marino la tutela che era in atto per la porzione terrestre di Punta Manara più prossima al litorale sotto forma di Riserva Parziale. Nel 1999 tutta l’area marina compresa tra le due punte e ad essa circostante entrava a far parte del Parco Naturale Regionale dei Promontori e delle Isole del Levante (L. R. 23/1999), dichiarato però “estinto” dalla Legge Regionale n. 30 del 3 settembre 2001. Attualmente i fondali sia di Punta Manara sia di Punta Sestri sono Siti di Interesse Comunitario (rispettivamente SIC 94 E IT 1333371 e SIC 95 B IT 1333372) per la presenza di Posidonia oceanica; tuttavia l’area marina, nel suo complesso, non è soggetta ad alcun vincolo particolare.
La ricerca scientifica su questi fondali ha riguardato aspetti e tematiche diversi e risale agli anni ’80 (Morri et al. 1986; Pessani et al., 1987; Pessani et al., 1989). Non esiste tuttavia alcun dato attuale sulla consistenza e sullo stato di salute dei popolamenti e delle biocenosi marine.
La conoscenza e l’eventuale tutela di un ambiente, a qualunque livello questa possa essere fatta, non può prescindere dalla conoscenza e dalla valutazione delle sue componenti, valutazione che deve essere attuata secondo metodi che non alterino in alcun modo l’area oggetto di studio.
L’uso del campionamento “visuale” ben si adatta alle esigenze di conservazione delle biocenosi (Bianchi et al., 1991): il sommozzatore scientifico esperto riesce infatti ad effettuare a vista il censimento delle componenti floro-faunistiche bentoniche, arrivando a fornire anche stime quantitative.
Scopo di questo lavoro è di presentare i primi risultati relativi ad una ricerca operata dal Laboratorio di Biologia Marina di Torino nell’area compresa tra Punta Sestri e Punta Manara per valutare lo stato attuale dei fondali e fornire la base scientifica per condurre, se necessario, operazioni di tutela e corretta gestione dell’ambiente marino.
Il Laboratorio di Biologia marina dell’Università di Torino da anni si occupa di censimenti dei popolamenti e delle biocenosi bentoniche e della realizzazione di carte bionomiche di aree marine degne di attenzione per la peculiarità delle emergenze naturalistiche (Bacci et al., 1969; Rossi et al., 1971; giallara et al., 2000; Mussat Sartor et al., 2000; Rendinella et al., 2000; Vetere et al., 1989; Vetere et al., 1999).
Materiali e metodi
Un gruppo di 3-4 sommozzatori scientifici ha effettuato 22 immersioni, nella zona compresa tra Punta Sestri e Punta Manara nei mesi di giugno, luglio e settembre 2000 e nella fascia compresa tra –5 e –35 m. Lo scopo era quello di delineare la zona di intervento, di rilevarne la morfologia ed effettuare le osservazioni scientifiche. Per agevolare ed uniformare la raccolta dei dati è stata creata una scheda standard sulla quale i subacquei riportavano la descrizione sommaria del fondale e l’indicazione delle specie osservate.
Risultati
Sono state individuate 2 aree di maggior interesse ecologico: Secca di San Nicolò (Punta Sestri, -7-20 m) ed una prominenza del fondale antistante l’estremità di Punta Manara, a cui è stato dato il nome di “Cervino” (-20-32 m) (Fig. 1).
Fig. 1. Localizzazione delle aree di campionamento (cerchi grigi).
In queste aree è stato attuato il campionamento “visuale” qualitativo, annotando la presenza di specie cospicue (= “specie di taglia sufficientemente grande da poter essere agevolmente riconosciute ed identificate in immersione …. e fisionomicamente dominanti in termini di abbondanza e/o biomassa e/o ricoprimento”; Bianchi et al., 1991). La tabella 1 riporta l’elenco delle 120 specie vegetali ed animali identificate: con un asterisco sono sono indicate quelle di interesse comunitario ai sensi della Direttiva 43/92 CEE (Direttiva Habitat); con due, le specie considerate minacciate, protette o da proteggere (Della Croce et al., 1997).
Tab. 1. Elenco delle specie osservate nelle due aree in oggetto (PS = Punta Sestri; PM = Punta Manara; asterischi: vedere il testo).
PHYCOPHYTA
Acetabularia acetabulum PS, PM
Amphiroa crytarthrodia PS, PM
Ceramium rubrum PS, PM
Chaetomorpha sp. PS
Cladophora prolifera PS
Codium bursa PS, PM
Codium effusum PS
Codium vermilara PS
Corallina mediterranea PS
Cutleria multifida PS
Cutleria sp. PM
Cystoseira spp. PS
Dictyota dichotoma PS, PM
Falkenbergia rufolanosa PS, PM
Flabellia petiolata PS, PM
Fosliella farinosa PS, PM
Halimeda tuna PS, PM
Halopteris filicina PS
Halopteris scoparia PS
Jania rubens PS, PM
Lithothamnion lenormandii (?) PS, PM
Padina pavonia PS, PM
Palmophyllum crassum PS, PM
Peyssonnelia spp. PS, PM
Pseudolithophyllum expansum PS, PM
SPERMATOPHYTA
(*) Posidonia oceanica PS, PM
PORIFERA
Acanthella acuta PS
Agelas oroides PS, PM
Axinella damicornis PS, PM
Axinella polypoides PM
Axinella verrucosa PM
Chondrosia reniformis PS, PM
Clathrina clathrus PS, PM
Cliona celata PS, PM
Cliona viridis PS, PM
Crambe crambe PS, PM
Dysidea sp. PS
Haliclona mediterranea PS, PM
(**) Hippospongia communis PM
Ircinia sp. PS, PM
Oscarella lobularis PS, PM
Petrosia ficiformis PS, PM
Phorbas tenacior PS, PM
(**) Spongia officinalis PS, PM
Spirastrella cunctatrix PS, PM
Verongia aerophoba PM
CNIDARA
Actinia equina PS
Aglaophenia spp. PS
Aiptasia mutabilis PM
Anemonia sulcata PS
Balanophyllia europaea PS, PM
Caryophyllia inornata PS
Caryophyllia smithii PM
Cerianthus membranaceus PS
(**) Cladocora cespitosa PS, PM
Eudendrium spp. PS
(**) Eunicella cavolinii PS, PM
(**) Eunicella singularis PS, PM
(**) Gerardia savaglia PM
Leptopsammia pruvoti PM
(**) Lophogorgia ceratophyta PS, PM
Madracis pharensis PS
(**) Paramuricea clavata PM
Parazoanthus axinellae PS, PM
Plumularia setacea (?)PS, PM
Syntecium evansi (?) PM
PLATHELMINTHES
Prostheceraeus giesbrechtii PM
MOLLUSCA
Arca noae PS, PM
Astraea rugosa PM
Buccinulum sp. PM
Calliostoma conulum PM
Cerithium vulgatum PS
Chlamis spp. PM
Cratena peregrina PS, PM
Discodoris atromaculata PS, PM
Flabellina affinis PS, PM
(**) Hexaplex trunculus PM
Hypselodoris gracilisPS, PM
Lima lima PS, PM
Luria lurida PM
Octopus macropus PM
Octopus vulgaris PS, PM
(*) Pinna nobilis PS, PM
Sepia officinalis PS, PM
(**) Spondylus gaederopus PS, PM
Vermetus arenarius PM
ECHIURIDA
Bonellia viridis PM
ANELLIDA
Filograna implexa PS, PM
Hermodice carunculata PS, PM
Protula tubularia PS, PM
Sabella penicillus PM
Sabella spallanzani PS, PM
Serpula vermicularis PS, PM
Spirorbis pagenstecheri PS, PM
ARTHROPODA
Balanus perforatus PS
Calcinus tubularis PS
Clibanarius erythropus PS
Galathea strigosa PM
(**) Homarus gammarus PS, PM
Pagurus anachoretus PS
Palinurus elephas PS, PM
(**) Scyllarus arctus PS
BRYOZOA
Electra posidoniae PS, PM
Myriapora truncata PM
(**) Pentapora fascialis PM
Porella cervicornis PM
(**) Sertella septentrionalis PS, PM
ECHINODERMATA
Antedon mediterranea PS, PM
(**) Arbacia lixula PS, PM
Coscinasterias tenuispina PM
Echinocardium cordatum PS, PM
Echinaster sepositus PS, PM
Holothuria tubulosa PS, PM
Ophiotrix fragilis PS, PM
Ophioderma longicaudum PS, PM
(**) Paracentrothus lividus PS, PM
(**) Sphaerechinus granularis PS, PM
Spatangus purpureus PS, PM
TUNICATA
Halocynthia papillosa PS, PM
Phallusia mammilata PS, PM
Le biocenosi individuate – sensu Pérès e Picard (1964) - (Tab. 2) sono state riportate su una preliminare mappa del fondale, ottenendo così una prima carta bionomica dell’area, attualmente in via di completamento.
Tab. 2. Biocenosi individuate a Punta Sestri e/o a Punta Manara (asterisco = biocenosi di interesse comunitario).
Infralitorale
AFB: Alghe Fotofile di moda Battuta
AFSB: Alghe Fotofile di moda Semi Battuta
AFC: Alghe Fotofile di moda Calma
RCIE: Rodoficee Calcaree Incrostanti ed Echinoidi
(*) HP: prateria di Posidonia oceanica
AEF: Alghe Emifotofile
ASI: Alghe Sciafile Infralitorali
ASIC: Alghe Sciafile Infralitorali di moda Calma
Circalitorale
ASC: Alghe (emi) Sciafile ad affinità Circalitorale
AEF/Cb e Cc: Alghe Emifotofile con facies a Codium bursa e Cladocora cespitosa
COIRL: Coralligeno dell’Orizzonte Inferiore Roccia Litorale
COIRL/Ap: Coralligeno dell’Orizzonte Inferiore della Roccia Litorale con strato elevato ad Axinella polypoides
(*) GSO: Grotte Semi-Oscure
(*) GO: Grotte Oscure
(*) CP: Coralligeno di Piattaforma
Considerazioni e conclusioni
Negli ultimi anni molte aree costiere a intensa pressione antropica sono state oggetto di profonde modificazioni. La descrizione delle biocenosi litorali e della loro dinamica spaziale e temporale è sempre più necessaria per chiarire il ruolo che i diversi fattori (naturali od antropici) hanno nel determinarne distribuzione e struttura. Da questo primo passo può avere inizio la corretta operazione di gestione dell’ambiente marino, eventualmente del suo ripristino naturale e della sua tutela.
Con il presente lavoro è stato realizzato un primo censimento delle specie “cospicue” e delle biocenosi dei fondali antistanti Punta Sestri e Punta Manara. L’utilizzo del campionamento visuale ha permesso di ottenere un buon livello di conoscenza dei popolamenti vegetali ed animali presenti, senza alterare in alcun modo i fondali oggetto di studio. I risultati ottenuti confermano che i due siti esaminati, ma si può ipotizzare anche l’area tra essi compresa, costituiscono un’entità ad alto valore naturalistico per la presenza di diverse specie sia di elevato interesse comunitario (Posidonia oceanica, Pinna nobilis), minacciate o da proteggere (spugne, gorgonacei, crostacei decapodi, briozoi eretti, ricci di mare). Soprattutto l’elevata biodiversità riscontrata e la buona conservazione dei biotopi presenti avvalora le proposte di qualche forma di protezione.
Anche dove la profondità ha obbligato a condurre questa prima indagine in un’area limitata (zona di mare prospiciente Punta Manara), la ricchezza e la relativa integrità dei fondali sono testimoniate dalla presenza di specie (ad esempio, lo cnidario Gerardia savaglia) considerate ormai rare od assenti in altre zone della Liguria, caratterizzate da tipologia ambientale simile.
Disponiamo ora di un primo strumento di conoscenza delle risorse marine che popolano e arricchiscono i fondali del Comune di Sestri Levante. Poiché i risultati ottenuti ci inducono ad affermare che l’intero specchio di mare gode al momento di buona salute, nonostante le pressioni alle quali è sottoposto, si auspica che adeguate azioni operazioni di tutela contribuiscano a mantenere integro un patrimonio naturalistico così importante.
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