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Ferruccio Maltagliati - La pesca ricreativa in Italia

Durante la XXVIII Rassegna del Mare di Terrasini, La tavola rotonda “La pesca ricreativa in Italia” si è svolta in parallelo a quella relativa alla “Pesca sostenibile e stato della pesca italiana e siciliana”, riguardante la pesca professionale. È interessante rilevare come il numero dei partecipanti alla prima tavola rotonda fosse di gran lunga inferiore rispetto ai presenti in sala nella seconda. Ebbene, ciò riflette esattamente l’attenzione che viene posta da politici, scienziati e vari stakeholder alla pesca ricreativa (di seguito indicata con PR) in mare rispetto alla controparte professionale nel nostro paese.

in Italia, negli anni ’60, in concomitanza con il boom economico, la PR è divenuta un'importante attività di massa. Purtroppo, dopo oltre cinquant’anni, si devono fare ancora enormi sforzi comunicativi -e che spesso rimangono inascoltati- per parlare di PR in certi ambiti, della sua rilevanza e  delle enormi opportunità economiche che essa offre. Eppure nel mondo esistono realtà da cui potremmo (e dovremmo) prendere esempio: mi riferisco a stati quali ad esempio Florida o Costa Rica, in cui ormai da diversi decenni si è capito il potenziale della PR, che in questi paesi viene sfruttato e che dà un significativo contributo ai rispettivi PIL. In Italia, nonostante gli oltre 8000 chilometri di costa, i numerosi habitat salmastri costieri e, soprattutto, i circa due milioni di pescatori ricreativi in mare, non si riesce ancora a sfruttare e gestire adeguatamente questa importantissima opportunità. Da rilevare inoltre che la PR potrebbe anche essere sfruttata per incrementare il turismo sotto forma di “pescaturismo”, con un aumento quindi del numero di praticanti in mare, del numero di posti di lavoro e dell’indotto relativo a questa attività. La PR in mare è una solida realtà italiana e che, secondo l’ormai non più recentissimo censimento del MIPAAFT annovera 1.023.454 praticanti(valore ormai riconosciuto come una sottostima), sovrastando abbondantemente il numero di pescatori professionisti, che sono stimati essere circa 36000.

La tavola rotonda si è svolta nell’ambito di questo contesto generale, sotto forma di discussione su alcuni temi sollevati dal moderatore e dai partecipanti. Sono state evidenziate da tutti i partecipanti diverse problematiche, che possono essere raggruppate in tre classi principali: problematiche di tipo ecologico, economico e sociale. L’insieme di tutte le criticità emerse durante la discussione nella tavola rotonda ha permesso di mettere in evidenza l’inadeguatezza e l’arretratezza dell’attuale gestione della PR nel nostro paese.

Uno dei principali problemi riguarda la mentalità radicata che vede il pescatore ricreativo come un elemento di disturbo, una sorta di competitore, nei confronti del pescatore professionista. Non dovrebbe essere così. Per esempio, se si considera l’aspetto economico, la PR rappresenta una realtà con un giro di affari di circa tre miliardi di euro annui, secondo i dati della Federazione Italiana Operatori Pesca Sportiva (FIOPS). Per quanto riguarda gli impatti sugli stock ittici, in Italia è stato stimato un prelievo annuo da parte della PR che varia dall'1,5 al 10% in peso sul catturato totale della pesca professionale marittima.

Nella discussione è stato messo in evidenza anche il grosso problema della pesca illegale, che rappresenta purtroppo una componente significativa e che include pescatori sia professionisti che ricreativi.

Degno di nota gli interventi del Prof. Silvano Riggio, profondo conoscitore della realtà siciliana, che ha contribuito alla tavola rotonda con importanti considerazioni ecologiche fornite in un interessante contesto storico dell’ultimo secolo.

            Il Dott. Roberto Silvestri, responsabile del gruppo di lavoro sulla pesca artigianale e ricreativa della Società Italiana di Biologia Marina ha illustrato con estrema precisione lo stato dell'arte di questa attività in Italia. In particolare ha messo in evidenzia la storia degli aspetti giuridici che regolano la PR in mare a partire dal 1965. Roberto Silvestri ha illustrato l’importanza della PR elencando una serie di dati socio.economici estremamente indicativi che vengono riassunti di seguito: la PR in Italia annovera (1) 3000 esercizi di vendita al dettaglio di attrezzature per la PR; (2) due canali televisivi satellitari in onda 24 ore su 24 con programmi e pubblicità di articoli di PR; (3) innumerevoli siti di vendita on-line di attrezzature da pesca e natanti; (4) l’organizzazione di saloni, mostre, rassegne, manifestazioni di pesca nazionali ed internazionali; (5) riviste e periodici specializzati in tutte le tecniche di PR; (6) attività turistiche, che per molte località litoranee, specie al sud Italia e nelle isole maggiori, rappresentano una componente economica significativa ed irrinunciabile; (7) attività legate alla nautica da diporto e tutto il suo indotto.

            In conclusione, la tavola rotonda ha permesso di sviluppare una soddisfacente discussione su aspetti ecologici, economici e sociali legati alla PR, affrontando le varie problematiche sotto vari punti di vista e aprendo la strada a nuovi temi di discussione futura. Nei prossimi anni sarà necessario lavorare molto per valorizzare e gestire adeguatamente la risorsa “pesca ricreativa” nel nostro Paese. C’è bisogno di una moderna gestione della Pesca che consideri adeguatamente e con il giusto peso la componente ricreativa.

Prof. Ferruccio Maltagliati - Università di Pisa - Consiglio Scientifico Mareamico