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Esther Basile  - Il mare risorsa culturale

MARE E TERRA – Alda Merini

 Mare,
che io domino col pensiero,
mi hai nascosto mille bugie
e tante verità.
Un giorno d’aprile
è esplosa un’onda
che avrei voluto baciare,
come un animale
fugge davanti al fuoco,
io sono fuggito da te.

Ho lasciato il mare per la terra
e la terra per il mare,
ho lasciato il mare per la terra
e la terra per il mare,
e ho sbagliato tutto,
perché non esistono
né ombre né luci,
ma solo il nostro breve pensiero,
ma solo il nostro bisogno d’amore.
(Alda Merini)

 

“Filosofi, lo siamo tutti, indegnamente, gloriosamente, per abuso, per difetto, e soprattutto sottoponendo il filosofico (termine scelto per evitare l’enfasi della filosofia)a una messa in questione così radicale che occorre tutta la filosofia per sostenerla. […] La filosofia sarebbe la nostra compagna per sempre, di giorno, di notte, foss’anche perdendo il proprio nome, divenendo letteratura, sapere, non-sapere, o assentandos”. (Nostra compagna clandestina-Cronopio 2004)

Maurice Blanchot1

 

Una delle più belle frasi di Leibniz: ≪Credevo di essere arrivato in porto, e sono stato rigettato in mare aperto≫.

Deleuze commenta:≪Cosa c’e di più bello? E’ l’enunciato stesso del cammino filosofico: ci si crede arrivati e poi ecco che ci si ritrova rilanciati in mare aperto≫. ( DaSystemenouveau de la nature et de la communicationdes substances-1695)

Nel blu del mare aperto, dove si confrontano le forze turgide e violente delle correnti, delle onde, delle maree. Dove si coglie quello che e forse il significato fondamentale del mare per il nostro immaginario:l’essere un confine assegnato dalla natura allo spazio delle imprese umane, e ciò nonostante un confine sfidato, varcato.

La mediterrraneità della filosofia si esprime attraverso l’onnipotenza dell’acqua. Per Omero ,Oceano era “genitore del tutto”(Iliade XIV.244)

Per Talete l’origine è nell’acqua e per ciò affermava che anche la terra galleggia sull’acqua-Anassimandro avrebbe convenuto che gli esseri umani, in origine, fossero dei pesci.

Si è notato che un’eco del mare si riconosce non solo nelle immagini ma nella piena atmosfera, in una cornice dove le immagini vengono adottate come  il genere letterario dei dia-logi platonici  .

Soltanto se il mondo diviene – se non resta fermo in se, ma si fa liquido, flessibile e solcabile come il mare – solo cosi e disponibile al dominio e può essere dominato [Severino 2006]. Nel mare, il richiamo tra spazio e tempo e costitutivo, ogni movimento nel e del mare dice della intrinseca temporalità dei suoi spazi. Nonostante appaia come un immenso spazio liscio, e da sempre striato: sulla sua superficie sono tracciabili rotte, vie marine, ripercorribili attraverso l’esperienza e lo studio. Anzi, ≪il semplice gesto di tracciare su una carta la rotta di una nave, indicandone di giorno in giorno la posizione, collega in modo visibile lo spazio e il tempo≫

(R. Foulke, The Sea Voyage Narrative, Routledge, New York 1997, p. 9.)

 Si può cosi trovare, ad esempio,l’acqua blu in Nietzsche, Hegel e Sloterdijk; l’acqua bianca in Spinoza, Leibniz e Deleuze; l’isola in Tommaso Moro, Bacone e Kant;  la riva in Lucrezio e Platone; la nave, in Voltaire e Foucault.

Forse proprio perché da sempre ci si confronta con la problematicità dell’’elemento marino, i filosofi ne hanno sempre trattato,affrontandolo in quanto tale o in chiave metaforica, quasi sempre però da una posizione di vantaggio, dalla tolda. Un privilegio probabilmente ormai precluso alla riflessione.

Massimo Cacciari in una riflessione tra filosofia greca e il mar Mediterraneo dice:

“La mente , il pensiero, la volontà di sapere è per Atene l’oikeiòtaton. Ovvero la sua propria dimora. Nella mente, non nel corpo, il vero Ateniese ha la sua casa. Ma per giungervi , è necessario sottoporsi alle prove più dure, all’agòn estremo, affrontare il viaggio più difficile. I viaggi aerei dell’anima, verso i luoghi iperurani, sarebbero stati immaginabili da un popolo che non fosse stato pronto ad abbandonare la propria terra, il proprio oikos, a ritenere l’artificio stupendo della nave sua vera dimora?. Ama il filosofo-ma amore non è + soltanto “sempre povero”, sempre mancante, è anche doikos, senza dimora”dorme a cielo scoperto” (Simposio 203c-d).

Riprendendo alcune analisi di Albert Camus , Franco Cassano ha scritto:

“ Il luogo nel quale è possibile dire nel modo più puro un sì al mondo è il Mediterraneo. E’ qui che si conserva il segreto della Misura, di quell’accordo fra uomo e natura che si raccoglie nei miti e negli dei greci, nell’architettura della tragedia greca.” (da F.Cassano- Il pensiero meridiano Laterza Bari 2005)

Vi è un senso di appartenenza e di scambio che è rimasto nei secoli nei Paesi che si affacciano al mare, pensiamo fra mare e terra al popolo ebraico, alla polis greca, alla tribù maghrebina, alla chiesa cattolica.

Con Leopardi abbiamo una visione complessa dell’essere occidentale, Ed è con la Ginestra ambientata sul Vesuvio che il poeta ci ricorda che il Mediterraneo non è solo mare ma anche zolle di terra vulcanica.

E’ chiaro che il dibattito filosofico nel XX secolo si svolge per intero lontano dal Mediterraneo tra Germania di Heidegger e l’Austria di Wittgenstein.

Il movimento delle pratiche filosofiche va nella direzione di una nuova militanza.

La dimensione pratica della filosofia presenta molteplici aspetti, un impegno costante per la crescita civile.

Vorrei sottolineare l’appartenenza al suolo e al mare, al principio del nomos della terra e a coltivare la dimensione metaforica del mare come spazio di relazione, ponte tra civiltà e culture, distanza e vicinanza tra le isole che lo abitano come dice Zampieri nel testo Filosofia dello spazio quotidiano.

Prof.ssa Esther Basile –Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli.