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Emilio Olzi - Il parco delle Cinque Terre

Recentemente l’UNESCO ha promosso Patrimonio dell’Umanità il Parco delle Cinque Terre, costituito da un tratto della Riviera Ligure di Levante che si estende da Portovenere a Levanto e comprende le comunità di Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso.

La motivazione per la costituzione di un Parco è in genere tutta da inventare: infatti un Parco normalmente è una zona “off limits”, ossia vietata a qualsiasi intervento umano; questo però non è stato il caso delle Cinque Terre, zona che è stata modellata dall’uomo oltre che dalla meravigliosa natura che lo costituisce. Infatti, fin dal XV secolo l’uomo di qui ha sempre duramente lavorato per trasformare questa terra in zona agricola per la produzione di vino e olio. I vitigni della zona producono uve di qualità “vermentino” e “albarola”, una qualità denominata “bosco” e alcune altre qualità, prevalentemente di uve bianche. E’ tipico della zona un vino da dessert passito, liquoroso e intensamente profumato chiamato “Sciacchetrà”, praticamente introvabile sul mercato.             

Questo vino fu servito per il dessert del banchetto reale in occasione delle nozze della Regina Elisabetta d’Inghilterra con il Principe Filippo di Edimburgo in quanto giudicato da una Commissione di Esperti il migliore vino da dessert del mondo in quell’epoca.

Fu proprio questa attività agricola a plasmare il paesaggio delle Cinque Terre: infatti, dato il terreno scosceso che costituisce la costa, l’unico modo per coltivare era quello di scavare sui dirupi dei terrazzamenti delimitati e contenuti da muretti a secco che sono la caratteristica delle Cinque Terre. La somma delle lunghezze dei muretti nel 1958 era pari a 1,5 volte la lunghezza delle Muraglia Cinese. Oggi, a causa dell’abbandono della terra da parte dei contadini, la lunghezza dei muretti si è notevolmente ridotta, anche se molte iniziative sono state prese per cercare di salvare questa caratteristica.

Il Parco Marino si estende da circa 1 Km prima di Punta Mesco  fino ad  oltre   Riomaggiore.  La zona più   protetta   è   attorno   alla    Punta     Mesco  ove, su   un   fondale   di  circa  40 metri, si  sviluppa    una grandissima    prateria   di   “Posidonia    Oceanica”, vera  fabbrica di ossigeno per   tutta la     vita   animale sottomarina.   Inoltre,  la conformazione della Punta Mesco   favorisce  l’incontro fra due correnti marine, una  prossima  alla costa  più calda proveniente da sud-est ed una al largo più fredda, proveniente da ovest.

Ciò rende possibile la presenza contemporanea di specie molto particolari di animali: nella stessa giornata è stata avvistata una balena ed una tartaruga, specie che vivono in ambienti decisamente diversi fra loro.

Nel Parco Marino sono presenti, oltre alle più disparate specie ittiche, anche formazioni coralline e molluschi di generi diversi. Purtroppo, però, senza un valido presidio ecologico, tale zona è fortemente a rischio a motivo della massiccia presenza di turisti e di imbarcazioni da diporto, soprattutto durante la stagione estiva.

 

Emilio Olzi – Laboratorio Mareco CNR – Bonassola (SP)