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Daniela Pessani - Biocenosi e specie bentoniche ad alto valore naturalistico.pdf | Download Share on Facebook |
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Riassunto
I fondali di Monte Russu e Punta di li Francesi (Aglientu, Sassari), già riconosciuti ad alto valore naturalistico, ospitano una ricca varietà di popolamenti bentonici e specie degne di tutela. Questo lavoro riporta i risultati di una serie di immersioni subacquee che, tramite il campionamento visuale qualitativo, utilizzato per non alterare la componente bentonica, hanno avuto lo scopo di rilevare la presenza proprio di queste particolari biocenosi e specie. Sono state identificate 123 specie “cospicue” ed una ricca varietà di biocenosi, a conferma dell’interesse naturalistico di tutto il litorale aglientese. Tra le specie identificate alcune sono di interesse comunitario (Posidonia oceanica, Corallium rubrum, Pinna nobilis); altre, minacciate o da proteggere, appartengono a spugne erette, gorgonacei, briozoi eretti, echinodermi. Tra le biocenosi, rilevante è la presenza del coralligeno, nei suoi diversi aspetti; in particolare, notevoli sono le estensioni di coralligeno di piattaforma.
Parole chiave: fitobenthos, zoobenthos, campionamento visuale, specie protette, tutela dell’ambiente
Introduzione
La conformazione dei fondali marini situati nel comune di Aglientu (Sassari) e delimitati ad est da Monte Russu e ad ovest da Punta di li Francesi è molto diversificata (Bramati e De Muro, 1992 a, b), presupposto che assicura la presenza di biocenosi altrettanto diversificate e quindi di un alto livello di biodiversità (Riggio, 1990). I fondali in oggetto sono già stati segnalati per il loro alto valore naturalistico e per essi è stato proposto un progetto di protezione e valorizzazione (Vetere et al., 1999). Attualmente solo la fascia costiera che circonda Monte Russu ed i relativi fondali, solo però fino all’isobata dei 20 m, sono Sito di Interesse Comunitario (SIC ITB 010006): la rimanente area marina non è soggetta ad alcun vincolo.
Tutto il litorale è sottoposto a pressione antropica legata soprattutto al turismo balneare ed alle attività connesse, che incidono pesantemente per quattro mesi l’anno. La possibilità di ulteriore cementificazione ed ampliamento degli spazi abitativi (per turisti) può portare al pericoloso incremento delle presenze estive e quindi all’inevitabile degrado dell’area, a meno che non si intenda far ricorso ad opportune misure di tutela e salvaguardia.
L’applicazione di misure di rispetto ambientale, a qualunque livello, non può prescindere dall’accurata conoscenza dell’area in esame, conoscenza che deve essere attuata secondo metodi che non alterino in alcun modo l’ambiente. L’uso del campionamento “visuale” ben si adatta alle esigenze di conservazione delle biocenosi (Bianchi et al., 1991): il sommozzatore scientifico esperto riesce infatti ad effettuare a vista il censimento delle componenti floro-faunistiche bentoniche più rilevanti ed interessanti (specie cospicue) e, quindi, anche delle specie protette od in pericolo.
Nelle acque prospicienti Monte Russu e Punta di li Francesi, rispettivamente Giallara et al. (2000) e Rondinella et al. (2000) hanno compiuto, col metodo su detto, la mappatura delle specie protette.
Il presente lavoro riporta i risultati del censimento dei popolamenti fito e zoobentonici effettuato nell’area aglientese, allo scopo di evidenziare la presenza di biocenosi e specie ad “alto valore naturalistico” ovvero quelle che hanno interesse comunitario (specie protette) o che, attualmente, sono considerate già in pericolo o da proteggere.
Il Laboratorio di Biologia marina dell’Università di Torino da anni si occupa di censimenti dei popolamenti e delle biocenosi bentoniche e della realizzazione di carte bionomiche di aree marine degne di attenzione per la peculiarità delle emergenze naturalistiche (Bacci et al., 1969; Rossi et al., 1971; Vetere et al., 1989; Vetere et al., 1999; Mussat Sartor et al., 2000).
Materiali e metodi
Nei fondali compresi tra Monte Russu e Punta di li Francesi, un gruppo di 2-3 sommozzatori scientifici ha effettuato 20 immersioni, nei mesi di luglio, settembre ed ottobre 1999, nella fascia compresa tra –14 e –39 m. I siti di immersioni sono stati scelti in base all’analisi della carta geomorfologica (De Muro, 1990) ed al preliminare studio condotto da Vetere et al. (1999). L’uso dell’ecoscandaglio e del G.P.S. (Global Positioning System) hanno permesso, vista la vastità dell’area considerata, di giungere al sito desiderato. I dati sono stati raccolti tramite campionamento visuale qualitativo, annotando su una scheda standard, direttamente in immersione, la presenza delle principali biocenosi, sensu Pérés e Picard (1964), e delle specie cospicue (= “specie di taglia sufficientemente grande da poter essere agevolmente riconosciute ed identificate in immersione …. e fisionomicamente dominanti in termini di abbondanza e/o biomassa e/o ricoprimento”; Bianchi et al., 1991).
Particolare attenzione è stata poi diretta verso le biocenosi e le specie d’interesse comunitario ai sensi della Direttiva 43/92 CEE (Direttiva Habitat) – che qui verranno evidenziate da un asterisco - e quelle minacciate, protette o da proteggere (Della Croce et al., 1997) – che qui verranno evidenziate da due asterischi: complessivamente queste biocenosi e specie vengono qui denominate “ad alto valore naturalistico” (AVN).
Risultati
I fondali sui quali è stata condotta la ricerca corrispondono ad un tratto di costa lungo 11 km. In prossimità dei due promontori sono state rilevate le caratteristiche biocenosi di fondo duro, mentre l’ampio golfo tra essi compreso (Golfo di Vignola) presenta, alternati a fondi mobili con le biocenosi caratteristiche, substrati con rocce organogene, rilievi isolati (secche), rotture di pendio. La figura riporta la localizzazione delle 5 immersioni condotte tra Monte Russu e Punta di li Francesi su aree di fondale ritenute di particolare interesse.
Localizzazione delle 5 immersioni (frecce nere) condotte nel golfo di Vignola (le frecce grigie indicano il percorso corrispondente al tracciato dell’ecoscandaglio).
La tabella 1 riporta tutte le biocenosi riscontrate, mentre nella tabella 2 sono elencate le
Tab. 1. Biocenosi individuate nell’area considerata (sottolineate quelle di interesse comunitario)
AF: Alghe Fotofile
(*) HP: prateria di Posidonia oceanica
SBS: Sabbie Fini Superficiali
SFBC: Sabbie Fini Ben Calibrate
AS: Alghe Sciafile
P: Precoralligeno
(*) CP: coralligeno proprio: Coralligeno di Piattaforma
(*) CF: coralligeno proprio: Coralligeno di Falesia
(*) GSO: coralligeno sensu stricto: Grotte Semi-Oscure
(*) GO: coralligeno sensu stricto: Grotte Oscure
DC: fondi Detritico-Costieri
MI: fondi Mobili Instabili
120 specie vegetali ed animali identificate: uno o due asterischi evidenziano le biocenosi e specie AVN.
Tab. 2. Specie osservate nell’area considerata (asterischi: vedere il testo).
PHYCOPHYTA
Acetabularia acetabulum
Caulerpa prolifera
Codium bursa
Codium vermilara
Corallina sp.
Cystoseira sp.
Dasycladus vermicularis
Dictyota dichotoma
Flabellia petiolata
Halimeda tuna
Halopteris scoparia
Jania rubens
Mesophyllum lichenoides
Padina pavonia
Peyssonnelia sp.
Pseudolithophyllum expansum
Valonia utricularis
SPERMATOPHYTA
(*) Posidonia oceanica
PORIFERA
Acanthella acuta
Agelas oroides
Axinella cannabina
Axinella damicornis
Axinella verrucosa
Cacospongia sp.
Chondrilla nucula
Chondrosia reniformis
Clathrina clathrus
Cliona celata
Crambe crambe
Dysidea sp.
Hemimycale columella
Ircinia variabilis (?)
Petrosia ficiformis
Phorbas tenacior
(**) Spongia officinalis
(**) Spongia sp.
Spirastrella cunctatrix
Verongia aerophoba
CNIDARA
Actinia equina
Aiptasia mutabilis
Anemonia sulcata
Balanophyllia europea
Caryophyllia smithii
Cerianthus membranaceus
(**) Cladocora cespitosa
Condylactis aurantiaca
(*) Corallium rubrum
Eudendrium sp.
(**) Eunicella cavolinii
(**) Eunicella singularis
(**) Eunicella verrucosa
Leptopsammia pruvoti
Parazoanthus axinellae
Parerythropodium coralloides
Plumularia sp.
Sertularella sp.
MOLLUSCO
Aplysia puntata
Arca noae
Cerithium vulgatum
Chlamis sp.
Chiton olivaceus
Fasciolaria lignaria
Flabellina affinis (?)
(**) Haliotis lamellosa
(**) Hexaplex trunculus
Lima hians
Lima lima
(**) Lithophaga lithophaga
Luria lurida
Monodonta turbinata
Mytilaster minimus
Octopus vulgaris
Patella caerulea
(**) Patella ferruginea
Patella rustica
Patella ulyssiponensis
Peltodoris atromaculata
Phyllidia flava
(*) Pinna nobilis
Sepia officinalis
(**) Spondylus gaederopus
Turritella communis
Venus verrucosa
Vermetus triqueter
SIPUNCULIDA
Sipunculus nudus
ECHIURIDA
Bonellia viridis
ANELLIDA
Bispira voluticornis
Filograna sp.
Protula tubularia
Sabella pavonina
Sabella spallanzani
Serpula vermicularis
ARTHROPODA
Balanus perforatus
Galathea strigosa
Herbstia condyliata
Maja squinado
Palinurus elephas
BRYOZOA
Electra posidoniae
Myriapora truncata
(**) Pentapora fascialis
Porella cervicornis
(**) Sertella sp.
ECHINODERMATA
(**) Arbacia lixula
Astropecten spinulosus
(**) Centrostephanus longispinus
Coscinasterias tenuispina
Echinaster sepositus
Holothuria tubulosa
Ophiotrix fragilis
(**) Ophidiaster ophidianus
(**) Paracentrotus lividus
(**) Sphaerechinus granularis
TUNICATA
Aplidium conicum
Botryllus schlosser
Ciona intestinalis
Clavelina lepadiformis
Distoma sp.
Halocynthia papillosa
Microcosmus sp.
Phallusia mammilata
Considerazioni e conclusioni
Negli ultimi anni molte aree costiere a intensa pressione antropica sono state oggetto di profonde modificazioni. La conoscenza, effettuata attraverso il censimento e quindi il riconoscimento del livello di biodiversità, delle biocenosi e delle specie litorali è il primo passo da cui può avere inizio la corretta operazione di gestione dell’ambiente marino, della sua tutela ed eventualmente del suo ripristino naturale.
Il primo censimento delle biocenosi e delle specie “cospicue” presenti sui fondali antistanti il litorale di Aglientu conferma sia l’elevata biodiversità sia la ricchezza di biocenosi e specie AVN, già in parte evidenziate in precedenti lavori (Vetere et al, 1999; Giallara et al., 2000; Rendinella et al., 2000). In particolare la rilevante estensione del coralligeno, in tutti i suoi aspetti ma soprattutto sotto forma di bioconcrezionamento, testimonia la presenza di popolamenti eterogenei e quindi di una ricchezza specifica che va preservata (Bellan Santini et al., 1994). Le praterie di Posidonia oceanica si spingono fino a –35/-38 m, limite inferiore molto profondo e comparabile a quello riscontrato per altre praterie, sempre in Sardegna (Cossu et al., 2000). Elevata diversità specifica è presente tra i Poriferi (notevoli le facies a spugne erette), gli Cnidari (Cladocora cespitosa forma banchi di dimensioni apprezzabili, mentre Corallium rubrum tappezza la volta e le pareti di una piccola grotta; Mussat Sartor et al, 2000), i Molluschi (con diverse specie AVN), gli Echinodermi.
Questo strumento di conoscenza delle risorse marine che popolano e arricchiscono i fondali del Comune di Aglientu si affianca a quelli già attuati per l’area e sopra menzionati. Dai risultati ottenuti sembra che l’intero specchio di mare non sia, al momento, ancora compromesso, nonostante le pressioni alle quali è sottoposto. Si auspica che adeguate azioni di tutela contribuiscano a mantenere integro un patrimonio naturalistico così importante.
Daniela Pessani ,Rocco Mussat Sartor, Massimo Vetere
Dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo, Università degli Studi di Torino
BIBLIOGRAFIA
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