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Daniela Addis - Introduzione alla XXVI Rassegna del Mare - Livorno

Introduzione alla XXVI Rassegna del Mare - 2017

 

Egregi Signore e Signori, illustri autorità, stimati relatori e graditissimi ospiti, cari amici, ho l’onore ma soprattutto il piacere di darvi il benvenuto a Livorno, in questa splendida cornice, e di aprire i lavori di questa XXVI Rassegna del Mare organizzata dall'Associazione ecologia e scientifica MAREAMICO, invitandovi a scambiare esperienze e a discutere le questioni che ruotano attorno agli obiettivi di questo Convegno, incentrato come sempre sul mare e, in particolare quest’anno, sulla gestione sostenibile delle risorse dell’ambiente marino-costiero e il connesso sviluppo di opportunità che il mare offre.

Vorrei sottolineare l’importanza dei mari e degli oceani e il loro enorme intrinseco valore: a differenza delle nostre città, ci forniscono un orizzonte ampio e libero; beneficiamo di un ambiente marino-costiero (quando pulito) e della natura che sostengono; beneficiamo inoltre del loro ruolo nel mantenere il nostro clima stabile.

Da Talete di Mileto (vissuto intorno al 500 a.C.) allo studioso tedesco Lorenz Oken (del diciannovesimo secolo), l’uomo e la vita intera sono visti come provenienti dal mare.

Come ci fa, del resto, giustamente notare Carl Schmitt, nel suo ‘Terra e mare’, il linguaggio corrente costruisce le sue definizioni in base alla terra. Chiamiamo semplicemente “la nostra immagine della terra” l’immagine che ci facciamo del nostro pianeta, dimenticando che se ne può avere anche una “immagine del mare”. Riferendoci al mare parliamo ad esempio di “vie” marittime, anche se in questo caso vi sono soltanto linee di comunicazione, e non vie come sulla terraferma. Pensando a una nave in mare aperto la immaginiamo come un frammento di terra che solca le acque, ossia come un “frammento galleggiante di territorio nazionale”, così come la si definisce nel diritto internazionale.

Dovremo rivedere i nostri canoni, anche lessicali, e i modelli di sviluppo, prestando una particolare attenzione al concetto di sviluppo sostenibile, senza però mai farlo scadere a mero ossimoro.

Nell'enciclica ‘Laudato sì’, il Papa è categorico e preciso nel sostenere che: ”non possiamo accettare un modello dove il 20% della popolazione continua a rubare alle popolazioni più povere e alle generazioni future”. Dobbiamo insomma rimettere in discussione le fondamenta del pilastro economico della nostra epoca.

In questo, abbiamo una responsabilità sia individuale, sia collettiva, come comunità.

Certo, come diceva Winston Churchill

“Non è detto che cambiando si migliori sempre,

ma è certo che per migliorare bisogna cambiare”.

Quest’anno, dunque, la XXVI Rassegna del Mare, che vede come sempre la partecipazione di numerosi esperti nazionali e internazionali delle scienze del mare, si caratterizza per essere improntata sull’Ocean Literacy, iniziativa questa riconosciuta dalle Nazioni Unite al fine di diffondere la comprensione dell’influenza che gli oceani e quindi i mari hanno sulla nostra vita e – viceversa -l’influenza che le nostre azioni hanno su di essi.

Per quanto riguarda la scelta delle tematiche, da trattare nel corso di questa tre giorni di confronto, non è stata semplice, anche a fronte dell’oramai sempre crescente numero di problematiche che riguardano il mare. Tra queste, abbiamo selezionato i temi che saranno discussi nell'ambito di apposite Tavole Rotonde e che riguardano:

  1.         la gestione dei rifiuti marini o marine litter,
  2.          la gestione e protezione della zona costiera,
  3.          le attività economiche, in particolare la gestione della pesca,
  4.           l’educazione ambientale con riferimento al mare.

 

  1. La gestione deirifiuti marini o marine litter.

Con il termine ‘marine litter’ si definisce qualsiasi materiale solido persistente prodotto dall'uomo e abbandonato nell'ambiente marino. E’ necessario condurre campagne di sensibilizzazione su questo tema, soprattutto per accrescere la consapevolezza del contributo che ognuno di noi può e deve dare alla soluzione del problema, adottando comportamenti idonei e facendoli adottare alle persone con le quali ci relazioniamo.

Pensate mai, ad esempio, a dove finisca la plastica che usiamo ogni giorno?

Il rapporto Ispra 2017, che raccoglie e analizza i dati del 2016, evidenzia che in tale anno la produzione dei rifiuti in Italia è arrivata a 30,1 milioni di tonnellate, con un aumento rispetto al 2015 del 2%, in controtendenza pertanto rispetto alla progressiva diminuzione registrata nel quinquennio 2011/2015.

D’altro canto, diminuiscono i rifiuti smaltiti in discarica (nel 2016 si registra un

-5% rispetto al 2015).

Non tutte le Regioni sono poi dotate delle necessarie infrastrutture di trattamento dei rifiuti, in particolare di quelle per il riciclo delle frazioni merceologiche raccolte in maniera differenziata.

Ancora: recentemente c’è stata la scoperta di un’altra “isola di plastica” nel Pacifico (un agglomerato di 2,6 milioni di chilometri quadrati di detriti, grande per intenderci 8 volte l’Italia), gemella della prima individuata nei mari del Nord. Queste isole si formano con i residui convogliati dalle correnti marine. Ci sono almeno 5 trilioni – migliaia di miliardi – di frammenti che galleggiano nei nostri oceani, in maggior parte micro-plastiche, di dimensioni inferiori ai 5 mm, e finiscono in queste isole o nella catena alimentare.

Nel Mar dei Caraibi è stata recentemente scoperta un’altra zuppa di plastica: bottiglie, buste, contenitori. Chilometri di rifiuti galleggianti.

In Italia, giorni fa, a Bari, a seguito di una mareggiata, la spiaggia è stata invasa da una quantità impressionante di rifiuti, tra cui moltissima plastica.

Queste masse di rifiuti plastici sono solo la punta dell’iceberg: sotto, insidiose micro-plastiche minacciano la vita degli abitanti del mare.

Si pensi che, ogni anno nel mondo, 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare.

Riciclare, purtroppo, non è la soluzione: dobbiamo produrre e utilizzare meno plastica e chiedere alle istituzioni competenti di intervenire per ridurre la produzione di plastica, eliminare l'usa-e-getta, incoraggiare le buone pratiche e l'innovazione,quindi monitorare la salute dei mari.

Noi come associazione ci impegniamo a sensibilizzare i cittadini, suggerendo alternative alla plastica usa-e-getta e coinvolgendoli nella diffusione di buone abitudini al fine di ridurre la nostra impronta ‘plastica’ sul pianeta.

 

  1. Come secondo tema scelto, oggetto di una specifica Tavola rotonda, approfondiremo la questione sulla gestione e protezione della zona costiera, argomento che spazia dalla governance alla tutela degli ecosistemi e del paesaggio, alle attività economiche e quindi anche quelle edilizie (si pensi ad es. al ddl della Regione Sardegna che vedrebbe sovvertire le regole di cui al PPR del 2006,prevedendo un aumento della cubatura fino al 25% in zone comprese anche nella fascia dei 300 metri dal mare; questa è stata peraltro oggetto di una specifica petizione, firmata anche da MAREAMICO).Argomento, quello delle zone costiere, che rientra nel vasto raggio della c.d. attività di contrasto avverso l’erosione costiera e che tocca quindi anche i cambiamenti climatici.

Nel Mediterraneo si traduce in un surriscaldamento dei mari e quindi nell'innalzamento del livello delle acque; inuna progressiva tropicalizzazione, con l’arrivo di specie cosiddette aliene che entrano in competizione e spesso eliminano le nostre. A livello globale, l’aumento dell’anidride carbonica nell'atmosfera causa il purtroppo noto fenomeno dell’acidificazione degli oceani. Le conseguenze sono a tutti note: un impoverimento della biodiversità, un’alterazione dell’ecosistema marino e della sua funzione di regolatore climatico, con una minore produzione di ossigeno proveniente dalla fotosintesi.

Per quanto riguarda la governance, MAREAMICO si occupa oramai da tempo del tema relativo alla c.d. gestione integrata della zona costiera, prendendo in considerazione quelle complesse interazioni esistenti tra le componenti ambientali e paesaggistiche, culturali e socio-economiche al fine di promuovere un uso sostenibile delle zone costiere.

 

  1. Con la terza Tavola rotonda si passa, quindi, ad un tema più strettamente attinente ad una attività economica, la gestione della pesca, e più in generale le attività economiche, la tutela del mare e la gestione sostenibile delle risorse marine, domandandoci quale ne sia il futuro.

Mari e oceani hanno un ruolo molto importante nell'economia europea, soprattutto grazie ai settori del turismo costiero, delle attività di pesca e della navigazione. L’Unione europea nel 2012 ha pubblicato una Comunicazione sul tema della “crescita blu” quale opportunità per una crescita sostenibile dei settori marino e marittimo - un’iniziativa tesa a valorizzare il potenziale inutilizzato degli oceani, dei mari e delle coste in termini di crescita e di occupazione. L’economia blu rappresenta la dimensione marittima della strategia Europea 2020 e può essa stessa contribuire alla competitività internazionale dell'Unione, all'utilizzo efficace delle risorse, alla creazione di posti di lavoro e allo sviluppo di nuove fonti di crescita, tutelando beninteso la biodiversità, proteggendo l’ambiente marino e salvaguardando in tal modo i servizi offerti da ecosistemi marini e costieri in quanto sani e come tali in grado di resistere alle crisi.

L’adozione della Carta di Livorno, inoltre, a novembre 2016, ha segnato un ulteriore passo importante per la strategia marina nel Mediterraneo, evidenziando la centralità del mare come fattore di sviluppo e di cresciuta e le specificità ecologiche e culturali del Mediterraneo, tali da rendere necessarie politiche unitarie a livello di bacino e non limitate al solo livello nazionale per poter garantire risultati concreti.

 

  1. Infine -last but not least - ci attende la Tavola Rotonda su ‘L’educazione ambientale e il mare’.

MAREAMICO in tal modo intende proseguire e promuovere ancora la conoscenza e la diffusione attraverso dinamiche educative e culturali di temi che riguardano la tutela e lo sviluppo sostenibile degli ambienti marino-costieri, connessi invero al tema e alla rete dell’Ocean Literacy.

Seguirà la sessione dedicata al Cinquantenario del CIBM di Livorno, in cui si avrà modo di parlare dell’esperienza cinquantennale del Centro Interuniversitario di Biologia Marina ed Ecologia Applicata “Guido Bacci”, che vedrà la partecipazione dei rappresentanti degli Atenei Associati (Bologna, Firenze, Modena, Pisa, Siena, Torino e Cagliari) e del Comune di Livorno; nonché dei Presidenti e i Direttori dal 1967 al 2017.           

Domenica 3 dicembre saranno infine illustrate le Risultanze dei lavori da parte dei moderatori delle Tavole Rotonde e del Comitato Scientifico di MAREAMICO.

Qualche ulteriore e conclusiva parola sull’Ocean Literacy.

Come accennato in premessa, quest’anno la XXVI Rassegna del Mare si caratterizza per essere improntata sull’Ocean Literacy, una strategia globale per sensibilizzare alla conservazione, al ripristino e all'uso sostenibile del nostro oceano, presentata dall'UNESCO in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sull'Oceano, che si è tenuta a New York lo scorso giugno 2017. Un approccio, questo, basato su sette principi fondamentali, che comprende azioni di educazione e comunicazione al fine di promuovere una cultura di tutela dell’ecosistema marino. Il 2017 è, infatti, l’anno in cui l’Ocean Literacy - presente da anni a livello internazionale - è stato promosso e riconosciuto come rete anche in Italia (con l’acronimo O.L.I.- Ocean Literacy for Italy), con l’obiettivo di diffondere una adeguata conoscenza del mare, con tutte le sue caratteristiche e le sue problematiche, e di sviluppare al contempo le opportunità che il mare offre, in particolare in un Paese come il nostro che ne è circondato, e storicamente, culturalmente ed economicamente legato ad esso.

Una sorta di alfabetizzazione alle scienze del mare, poiché spesso il mare non è neanche presente nei programmi scolastici. Si studia poco e se ne sa ancora meno, sottovalutando la sua reale importanza: ricordiamo solo che esso ricopre il 70% della superficie terrestre (dovrebbe chiamarsi pianeta ‘Mare’ e non ‘Terra’), è fondamentale per il controllo del clima globale e ci fornisce ben oltre la metà dell’ossigeno presente in atmosfera e quasi il 20% delle proteine globali assunte dall'uomo con la propria alimentazione.

L’Ocean Literacy è dunque una rete, cui ha aderito con grande entusiasmo anche MAREAMICO, motivo per cui oggi presentiamo tale iniziativa, che sarà declinata dalla nostra Associazione come proposta educativa e comunicativa a vasta scala, con il coinvolgimento di importanti istituzioni italiane che appunto in quest’occasione hanno l’opportunità di incontrarsi e di concordare le attività di cooperazione che ci interesseranno nei prossimi anni.

Con la Rassegna di quest’anno, MAREAMICO quindi intende promuovere questo nuovo approccio, che non solo,dicevamo, caratterizzerà i temi che saranno trattati nel corso delle principali sessioni del Convegno – poc'anzi introdotte - ma che impronterà le future attività dell’Associazione, volte ad approfondire la conoscenza dei temi riguardanti la tutela nonché lo sviluppo sostenibile degli ambienti marino-costieri.

Tali attività comprenderanno azioni volte a:

  • Promuovere innanzitutto l’inserimento delle scienze del mare nei curricula scolastici;
  • Elaborare proposte di linee guida per l’insegnamento del mare nelle sue varie componenti e quindi della connessa educazione ambientale da avanzare alle amministrazioni competenti, per contribuire alla redazione dei programmi educativi;
  • Aumentare la consapevolezza sui beni e servizi che il mare fornisce (i c.d. servizi eco-sistemici), al fine di diffondere la consapevolezza dell’importanza sociale, economica, culturale dei servizi legati al mare e del mare stesso, a tutti i portatori di interesse, compresi i decisori, i singoli cittadini e i rappresentati del settore privato.

Non mi resta quindi, dopo questa breve introduzione, che augurarvi un buon lavoro, con l’augurio di pieno successo alla Rassegna, quale occasione di utile e qualificato confronto e proposta fra quanti non solo conoscono, ma amano il mare.

Grazie.

 

Avv. Daniela Addis

Studio Legale Ambiente & Mare

Membro Consiglio Direttivo Mareamico