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Carlo Pretti - Summit di Parigi riflessioni sull’esigenza di contenimento dei fattori di rischio ambientale correlati al traffico marittimo ITA.pdf | Download Share on Facebook |
L’Unione europea e tutti gli Stati del Mediterraneo devono rispondere alle molteplici sfide alle quali è messa di fronte. Tali sfide sono identificabili in quella climatica, ecologica, migratoria, alimentare, sanitaria, economica o finanziaria, e tutte assieme costituiscono oggi la posta in gioco della mondializzazione. Esse sono al centro delle preoccupazioni dei cittadini europei che attendono una risposta collettiva. Questo in sintesi è ciò che è emerso dal Summit di Parigi del 13 luglio, con il progetto Unione per il Mediterraneo.
La tutela dell’ambiente marino Mediterraneo racchiude un concetto molto ampio che spazia dagli aspetti puramente conservazionistici a quelli strettamente legati all’utilizzo sostenibile della risorsa quali le attività di turismo, pesca, acquacoltura. Spesso ci si interroga se un mare come il Mediterraneo possa ancora sostenere attività produttive ad elevato impatto ambientale (traffico marittimo, attività industriali, aumento di urbanizzazione e conseguente aumento degli scarichi civili e zootecnici) senza che siano previste contemporaneamente misure che ne mitighino il loro impatto sull’ambiente ricevente. Nel Summit di Parigi si è nuovamente accennato al finanziamento di progetti pilota legati alle autostrade marittime, anche ai fini del contenimento di incidenti che possano provocare sversamenti in mare di sostanze tossiche (es. idrocarburi), consentendo la navigazione a navi che diano garanzie di sicurezza (eliminazione delle cosiddette “carrette del mare”). Alla luce dei grandi disastri occorsi a petroliere negli ultimi venti anni soprattutto in aree extra-Mediterraneo (Exxon Valdez nel 1989, Haven nel 1991, Erika nel 1999, Prestige nel 2002), dobbiamo valutare e capire se un mare chiuso e largamente antropizzato come il Mediterraneo sia in grado di sostenere l’impatto di un incidente marittimo di enorme portata come quelli precedentemente menzionati. Le conseguenze di queste catastrofi ambientali vanno ben oltre l’impatto mediatico e rimangono ben impresse nei meccanismi biologici degli organismi anche una volta esaurita la scia dell’emotività. Altrettanto devastante è l’impatto sulle attività sostenibili quali pesca ed acquacoltura: il naufragio della Prestige al largo delle coste della Galizia ha avuto un impatto sulle attività di pesca ed acquacoltura stimabile intorno agli 80 milioni di euro.
Prof. Carlo Pretti
Dipartimento di Patologia Animale, Profilassi ed Igiene degli Alimenti
Università di Pisa
Viale delle Piagge 2 – 56127 Pisa – cpretti@vet.unipi.it
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