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Francesco Saverio Abate - Mediterraneo un mare fragile.pdf | Download Share on Facebook |
E’ molto apprezzabile la decisione di Mareamico di dedicare, in occasione della sua Rassegna del Mare, una giornata di riflessione ai temi della pesca e dell’acquacoltura, con particolare riguardo allo stato di salute del Mediterraneo.
Si contribuisce in questo modo – tra l’altro – ad una azione di monitoraggio costante nonché ad una riflessione continua sulle evoluzioni in atto e sulle decisioni da adottare a livello interno e internazionale.
Nel solo Mediterraneo ogni anno vengono distrutte, con enorme impoverimento della sua biodiversità, molte tonnellate di biomassa ittica. A questo si aggiunga la continua minaccia costituita dall'inquinamento, derivante sia da fonti terrestre, (come gli scarichi) che marini. Una forte regolamentazione della pesca è, quindi, necessaria non solo per tutelare la stessa sopravvivenza economica e sociale dei pescatori, ma anche e soprattutto per la cura della biodiversità e degli ecosistemi marini e costieri, senza la quale tutto il comparto della pesca professionale è destinato ad un inesorabile impoverimento.
In particolare, nel mare mediterraneo è forte l’impegno che da sempre questa Amministrazione, con il sostegno di diverse associazioni ambientaliste, tra le quali Mareamico, espleta per dare un freno ai sistemi di pesca non sostenibili e non selettivi, come le reti derivanti o le reti a strascico utilizzate indiscriminatamente.
L’Intervento della Direzione Generale della Pesca marittima e dell’acquacoltura a tutela dell’ambiente marino e costiero è sempre stato di molteplice natura; collaborazione nell'istituzione di aree marine protette, istituzione di zone di tutela biologica, avvio di progetti di informazione e formazione nei confronti degli operatori del mare e, non ultimo, sensibili sostegni economici per la riduzione dello sforzo di pesca.
Questo sforzo tuttavia, assume un pregio ancor più rilevante se accompagnato da analogo impegno da parte di tutti gli Stati che si affacciano sul Mediterraneo. L’ambizioso traguardo di coinvolgere e far lavorare insieme tutte le nazioni coinvolte al fine di un auspicato raggiungimento di un programma di salvaguardia che superi i confini nazionali ed europei, anche per individuare habitat e progetti su scala sopranazionale, sarebbe un importante passo verso la conquista di quel senso di appartenenza comune che deve necessariamente permeare i rapporti fra gli Stati mediterranei.
La sostenibilità del mare e la preservazione della qualità del patrimonio paesaggistico e dell’ambiente marino rappresentano, infatti, percorsi da condividere in un contesto multilaterale tra Unione Europea ed i Paesi terzi che si affacciano sul mediterraneo, strada maestra per garantire una coesistenza pacifica e uno sviluppo solido e duraturo alla regione.
Tale è la filosofia che ha ispirato l’ istituzione dei distretti di pesca, finalizzati ad una gestione delle risorse biologiche, in attuazione del principio di sostenibilità, essendo aree marine omogenee dal punto di vista sociale, ambientale ed economico.
I distretti di pesca, inoltre, possono incentivare la promozione del turismo e attività connesse all'economia ittica oltre che la differenziazione alla fonte dei redditi, come per es. l’ittiturismo, il pescaturismo, la pesca sportiva. Di non secondaria importanza è l’occasione che i Distretti offrono, di offrire un‘ integrazione della filiera con altri comparti produttivi (trasporti, turismo, artigianato, PMI dei vari settori produttivi ecc.).
Infine desidero sottolineare il particolare deciso impegno del Governo Italiano per contrastare le variegate forme di pesca illegittima ed i buoni risultati ottenuti al riguardo sia nelle specifiche azioni svolte in collaborazione con i Corpi di polizia sia nell'ambito degli accordi internazionali, incluso quello recente con la Libia.
Dott. Francesco Saverio ABATE Direttore Generale della Pesca Marittima e dell’acquacoltura- Ministero delle Politiche agricole alimentari e Forestali
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