FileAzione
Luigina Fattorosi - 2010 Anno Internazionale della Biodiversità. La protezione della biodiversità marina ITA.pdfDownload Share on Facebook

Luigina Fattorosi - 2010 Anno Internazionale della Biodiversità. La protezione della biodiversità marina.

Le Nazioni Unite hanno dichiarato che il 2010 sarà l'International Year of Biodiversity - Anno Internazionale della Biodiversità. Una celebrazione della vita sul nostro pianeta e del valore della biodiversità per la nostra esistenza: da essa dipendono la nostra salute, il benessere, l'approvvigionamento di cibo e la disponibilità di energia e combustibili per gli anni futuri.

Obiettivo dell'iniziativa è riaffermare i valori della Convenzione internazionale della Diversità Biologica (CBD) e del Countdown 2010 (l'impegno preso nel 2002 da alcune nazioni, tra cui l'Italia, di ridurre significativamente la perdita di biodiversità entro il 2010) e aumentare la consapevolezza dei Governi e del grande pubblico dell'importanza della diversità biologica per la vita sulla Terra: la diversità biologica deve essere difesa perché è il pilastro della civiltà.

Le attività umane stanno causando gravi danni e impoverendo le risorse naturali, le perdite sono irreversibili, per questo motivo è necessario impegnarsi nella prevenzione. Tutto il mondo è dunque invitato a mettere in atto nel 2010 azioni per la salvaguardia delle varietà di fauna, flora, ecosistemi e di tutta la rete vitale che permea il nostro pianeta.

L'ONU ha inserito questo obiettivo tra i Millennium Development Goals, una lista di sette mete fondamentali per lo sviluppo e la salvaguardia della Terra: i punti principali riguardano la protezione dei mari, della fauna a rischio d'estinzione e della flora distrutta dalla deforestazione.

Per quanto riguarda la protezione dei mari, la Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) stabilisce la grande importanza delle aree protette per la protezione della biodiversità. Gli interventi da attuare per il recupero, la protezione ed il ripopolamento dell’ambiente marino non si devono però limitare alle sole Aree Marine Protette, ma dovrebbero essere estesi anche ad ambienti meno conosciuti, quali le barriere artificiali. 

La barriera artificiale può avere come obiettivo la rinaturazione di un tratto di mare un tempo molto pescoso, ma adesso impoverito di gran parte della propria biodiversità. Molteplici sono gli effetti positivi dell’impianto di substrati duri, sommersi su fondali sabbiosi, fangosi o detritici, quali (Relini, 1992):

  • Riduzione della mortalità di uova e di giovani esemplari (nursery area);
  • Creazione di tane e rifugi per le specie stanziali;
  • Attrazione di specie pelagiche che trovano abbondanza di prede;
  • Riciclaggio energetico con produzione di biomassa edule (bivalvi);
  • Protezione delle biocenosi naturali e promozione della biodiversità dei fondali.

La barriera artificiale permette quindi di arrestare la perdita di biodiversità, ma al tempo stesso offre l’opportunità di sviluppare tutte quelle attività socio-economiche a basso impatto ambientale, quali ad esempio il “pesca-turismo”, ottima alternativa di reddito per il settore della pesca.

Le barriere limitano i fenomeni erosivi e costituiscono interessanti luoghi dove effettuare delle splendide visite guidate subacquee,  fungendo così anche da richiamo per il settore turistico.

In Italia esistono varie iniziative di questo genere ed in alcune, seguite dai ricercatori, si è assistito ad un rapido e ampio sviluppo della flora e della fauna marina, motivo di attrazione da parte dei subacquei. L’augurio è quindi che il numero delle barriere artificiali cresca e permetta il ripopolamento del nostro mare di pari passo allo sviluppo di attività socio-economiche eco-compatibili.

 

Dott.ssa Luigina Fattorosi – Università di Siena