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Daniela Addis - Verso la pianificazione spaziale marittima e un uso sostenibile degli spazi marittimi nella regione del Mediterraneo”

Quest’anno, con la XXI Rassegna del Mare, Mareamico, nell’anno dedicato alla biodiversità, intende porre al centro del proprio dibattito il nuovo strumento dell'UE, basato sulla politica integrata marittima: la  Pianificazione Spaziale Marittima (o Pianificazione dello Spazio Marittimo) (PSM).

A ben vedere, la tutela dell’ambiente, per potersi definire efficace, necessita di strumenti capaci di contrastare la crescente perdita di diversità biologica o biodiversità. In particolare, la scelta sia in ambito comunitario sia internazionale di strumenti strategici basati sulla pianificazione sta riscontrando un elevato grado di consenso.

In tale contesto, la Pianificazione dello Spazio Marittimo può svolgere un ruolo importante nel mitigare i fenomeni derivanti dai cambiamenti climatici, promuovendo un utilizzo efficiente dello spazio marittimo e dell'energia rinnovabile e un adattamento efficace in termini di costo all'impatto del cambiamento climatico nelle zone marittime e nelle acque costiere.

Inoltre, tale strumento è volto a mettere in connessione varie problematiche legate alla rivalità di interessi fra settori quali la navigazione e il trasporto marittimo, l'energia offshore, lo sviluppo portuale, la pesca e l'acquacoltura nonché l'ambiente, dando la possibilità di affrontare e risolvere in maniera integrata la complessità del sistema e le relative problematicità strettamente interconnesse tra loro.

Com'è noto, nel 2007 la Commissione Europea ha adottato un Libro Blu che propone una politica marittima integrata per l'Unione Europea e un piano d'azione dettagliato, approvati dal Consiglio Europeo.

L’aumentato utilizzo delle acque marine ha inevitabilmente condotto ad una crescita della concorrenza negli spazi marittimi finitimi. Quegli stessi spazi che un tempo venivano utilizzati quasi esclusivamente per le attività di pesca e trasporti marittimi, sono ora soggetti ad una richiesta concorrenziale da parte di una variegata gamma di settori e stakeholder.

Il relativamente recente concetto di ‘Pianificazione Spaziale Marittima’ (MSP) è emerso quale strumento per risolvere i conflitti intersettoriali e interstatali sugli spazi marittimi.

E’ interessante notare come, anche in questo caso, l’UE si sia mossa adottando il metodo partecipativo, coinvolgendo gli stakeholder nel processo di definizione della MSP nell’UE. Si è quindi previsto che nel Piano d’Azione sia inclusa una road map per facilitare e incoraggiare maggiori sviluppi della MSP nei singoli Stati membri.

Pertanto è di tutta evidenza l’importanza di una piena partecipazione al processo in atto, non solo da parte delle diverse istituzioni ed uffici interessati, ma anche delle amministrazioni sub-nazionali (le Regioni in primis), dei rappresentanti della comunità scientifica, dei portatori di interesse (Associazioni ambientaliste, Associazioni di categoria nei settori della pesca e acquacoltura; infrastrutture e trasporti; energia; turismo; industria; commercio; agricoltura).

Inoltre, è importante ricordare i collegamenti con gli altri strumenti giuridici esistenti, quali la gestione integrata delle zone costiere e la Direttiva quadro sulla strategia marina.

Per comprendere meglio la MSP, la potremo comparare alla pianificazione territoriale, in quanto entrambe hanno l’obiettivo di ricomporre situazioni potenzialmente conflittuali nell'utilizzo degli spazi, anche attraverso la zonazione di differenti aree per scopi diversi.

Si notino, d’altro canto, alcune fondamentali differenze che rendono estremamente più complesso la MSP rispetto alla pianificazione degli usi del suolo.

Innanzitutto si devono considerare gli aspetti dimensionali. Infatti, mentre la pianificazione territoriale considera principalmente le attività sulla superficie del suolo; la pianificazione dello spazio marino opera su tre dimensioni, poiché riguarda le attività che si svolgono contemporaneamente nel fondale marino, nella colonna d’acqua, nella superficie marina, individuando zone per attività marittime specifiche.

In secondo luogo, la pianificazione territoriale concerne quelle attività caratterizzate da un certo grado di stabilità e continuità (si pensi alle infrastrutture e all'edilizia urbanistica); mentre la MSP deve necessariamente considerare sia le strutture permanenti come le piattaforme petrolifere, sia le attività provvisorie come la navigazione e la pesca.

La terza differenza riguarda la natura dei diritti che sono soggetti ovvero che derivano dai diversi regimi di pianificazione: si pensi al diritto di proprietà tipico del regime territoriale rispetto al regime giuridico dei mari che non prevede diritti di natura privatistica (diritti soggettivi quali il diritto di proprietà).

La pianificazione dello spazio marittimo costituisce, quindi, uno strumento fondamentale per la politica marittima integrata. Esso coadiuva le autorità pubbliche e le parti interessate nel coordinamento delle loro azioni ed ottimizza l'uso dello spazio marino a beneficio dello sviluppo economico e dell'ambiente marino.

In particolare, poi, la PSM necessita di una solida base di dati e di conoscenze, in quanto deve fondarsi su informazioni affidabili e su conoscenze scientifiche, poiché è imprescindibile che la pianificazione tenga il passo con l'evolversi delle conoscenze (nell’applicazione della c.d. gestione adattiva).

Com’è noto, la Commissione ha posto in atto diversi strumenti scientifici e per la raccolta dei dati destinati a coadiuvare la PSM in tale processo, fra cui una rete europea di osservazione e di dati dell'ambiente marino (EMODNET), una banca dati integrata per le statistiche socioeconomiche marittime (attualmente in fase di elaborazione da parte di ESTAT), l'Atlante europeo dei mari e il monitoraggio globale per l'ambiente e la sicurezza (Kopernicus).

Avv. Daniela Addis

(Consulente giuridico ambientale)