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Marco Arculeo - Pesca artigianale e Area Marina Protetta (AMP) Isola di Ustica: un esempio di pesca sostenibile e di conservazione della biodiversità

La prima Area Marina Protetta (AMP) in Italia è stata istituita nel 1986 nell’Isola di Ustica, anche se è funzionante dal 1991, per le sue peculiarità ambientali che da sempre hanno attratto studiosi e subacquei amanti dei suoi fondali. Alla fine degli anni’60 il Ministero della Marina Mercantile aveva commissionato a De Cristofaro uno studio sull’isola finalizzato alla redazione di una carta dei fondali per la caratterizzazione dell’ambiente marino e, successivamente, grazie anche al contributo delle ricerche di Giaccone ed altri (1985) e di Chemello (1986) venne istituita la AMP che fu data in gestione al Comune di Ustica. A metà degli anni ’90 l’Ente Gestore, di comune accordo con il Ministero dell’Ambiente, mise a disposizione risorse economiche al fine di avviare ricerche indirizzate al monitoraggio chimico delle acque, allo studio della biodiversità, delle risorse di pesca e alla valutazione degli effetti dei provvedimenti di tutela; tali ricerche videro coinvolti ricercatori di diversi enti come Università, CNR e ICRAM. I primi risultati sulla biodiversità marina e sulle emergenze naturalistiche dell’isola vennero raccolti e pubblicati nel 2004 da Riggio e Milazzo che misero in evidenza come la complessità ambientale è rappresentata da un numero di specie animali (invertebrati e vertebrati) pari a circa il 19% dell’intera diversità presente in Mediterraneo.

Grazie al supporto dell’Ente Gestore furono finanziate ricerche sul censimento visivo (visual census) delle specie ittiche e sui rendimenti di pesca, queste ultime condotte attraverso l’uso di reti tremaglio, di nasse e palangresi di fondo. Come è ben noto la pesca artigianale è un’attività diversificata poiché utilizza diversi attrezzi ed ha come target un’ampia varietà di specie in funzione anche della loro stagionalità; inoltre, assume un ruolo economico importante nel sostenere direttamente ed indirettamente l’economia locale e nel mantenere un rapporto armonico tra lo sfruttamento delle risorse di pesca e il rispetto dell’ambiente marino.

La pesca artigianale nell’Isola di Ustica ha mantenuto nel tempo, grazie alla natura dei suoi fondali che non si prestano allo sviluppo di attività a maggiore impatto come la pesca a strascico, un numero di pescatori ed una composizione del naviglio pressoché invariato; garantendo al comparto sufficienti standard di vita ed esercitando sulle risorse una pressione di pesca ecosostenibile. In particolare le attività di pesca nell’isola oltre ad avere come target quelle strettamente legate a substrati duri e alle praterie di Posidonia oceanica, si caratterizza anche per la pesca, quasi unica in mediterraneo, del gamberetto di grotta, Plesionika narval, estremamente ricercato durante il periodo estivo dai ristoratori e turisti; infatti questa specie, grazie alle sue peculiarità organolettiche, viene consumata o servita dai ristoratori cruda, marinata in olio e limone. Le analisi dei rendimenti di pesca, del numero di specie catturate, delle loro taglie insieme alle informazioni sui cicli riproduttivi indicano che sotto l’aspetto quali-quantitativo le attività di pesca condotte nell’isola mantengono alti livelli di diversità e sono perfettamente integrate con le finalità della AMP. Inoltre, i dati relativi alle frequenze di taglia di alcune specie ittiche e del gambero di grotta hanno mostrato valori di classi modali sensibilmente maggiori rispetto a quanto riportato in altre aree del Mediterraneo, suggerendo che la pressione di pesca si mantiene a livelli ottimali ed ecocompatibili con la presenza dell’ AMP. Purtroppo, da circa un decennio non si finanziano più ricerche sulla pesca determinando, così, una carenza di informazioni utili a chiarire come eventuali “spill over” dalla zona A, rappresentati da uova, larve e individui adulti, possano apportare benefici alle aree vicine (fishing grounds). E’ auspicabile, in futuro, effettuare campagne di monitoraggio al fine di adottare adeguate strategie gestionali utili alle finalità della AMP e allo sviluppo dell’economia dell’isola.

 

Marco Arculeo -Dipartimento di Biologia Ambientale e Biodiversità – Università di Palermo