Mario Ferretti – Problematiche attuali relative alla pesca Mediterranea

L’entrata in vigore di tutti gli articoli del Regolamento CE 1967/06 spesso chiamato semplicemente “Regolamento mediterraneo” nonché del Regolamento CE 1224/09 detto “Regolamento del controllo” ha degli effetti molto marcati sulla pesca italiana.

Non è che non si ritenga utile un regolamento che disciplini la pesca mediterranea, anzi può anche ritenersi indispensabile per armonizzare la legislazione dei vari paesi UE che pescano in Mediterraneo, ma l’aver voluto fissare limiti a tutte le attività entrando nei minimi dettagli degli attrezzi, dei tempi, delle taglie, delle maglie è sembrato a molti eccessivo con impatti sulle attività tradizionalmente praticate veramente importanti.

In alcune marinerie dedite a pesche tradizionali in alcuni periodi dell’anno, le limitazioni hanno creato uno stato di disagio e di tensione con ripercussioni economiche anche forti.

Altrettanto dicasi per quanto riguarda il Regolamento relativo al controllo. Che fosse necessario un regolamento europeo che uniformasse i controlli sulle attività di pesca praticate  nei vari paesi europei, in questo caso non solo mediterranei, nessuno lo mette in dubbio. Ma che siano state introdotte misure che in alcuni casi possono essere considerate quasi vessatorie, non era molto auspicabile.

Che il controllo dei pescherecci venga effettuato addirittura con due diversi sistemi la Blue Box e l’AIS, che il giornale di bordo debba essere elettronico con trasmissione a terra dei dati di cattura prima dell’arrivo in porto sembra decisamente eccessivo, soprattutto per la maggior parte della nostra flotta da pesca formata da pescherecci di piccole dimensioni.

                Il problema è anche acutizzato dal fatto che alcuni adempimenti, ritenuti obbligatori, sono quasi completamente non praticabili ed hanno come effetto quello di aumentare le forme di illegalità in parte già presenti nel mondo della pesca, aumento di cui proprio non si sentiva il bisogno.

Mario Ferretti - CIRSPE